martedì, agosto 14, 2007

Salute e Agonismo

L' agonismo non è sport, è un mestiere e, come tutti i mestieri, presenta il conto in termini di malattie professionali, viziosità e punti deboli.
Un agonista, per definizione, è uno che gareggia per vincere. Nulla di più facile che, sia in fase di preparazione che di gara, questi giunga a compromessi con la propria salute.
Ecco alcuni esempi di approcci sbagliati:
- Spingere la preparazione sugli aspetti maggiormente correlati alla prestazione di gara, tralasciando gli altri (ad esempio curare troppo lo sviluppo muscolare senza badare alla resistenza dei tendini o alle condizioni del cuore);
- Allenarsi nonostante infortuni o dolori, sebbene il buon senso suggerirebbe di lasciar riprendere tono e fisiologia alla parte ferita;
- Tamponare i problemi anziché curarli (basta un' iniezione di antidolorifico e si torna in campo);
- Assumere sostanze che favoriscono la prestazione assoluta ma possono danneggiare nel tempo;
- Sbilanciare l' alimentazione per favorire il conseguimento di particolari risultati (come l' aggiungere troppe proteine e togliere carboidrati);
- Forzare tessuti, strutture e metabolismi oltre il limite fisiologico (ad esempio quando si fanno molti lavori lattacidi);
...
Quanti di noi, seppur amatori, commettono regolarmente almeno uno di questi errori? Chi non li commette è semplicemente perché le proprie esigenze in buona misura coincidono, per puro caso, con quanto viene svolto. Se il vostro obbiettivo è l' attività fisica, il benessere ed il divertimento, meglio non gareggiare, oppure essere un agonista illuminato, specie rara ed in via di estinzione.

3 commenti:

Simone ha detto...

Non sai quanto condivido questo post,
e devo dire che da quando corro e mi informo sulla corsa mi è sempre venuto naturale seguire la maggior parte dei consigli migliori. Non si nasce "imparati" e non si è perfetti, ma per quanto mi riguarda, seguire i principi che hai detto è la cosa migliore, anche per chi pensa ai risultati (ovviamente non per chi pensa ai risultati immediati).

Un esempio su tutti, non dare aiuti esterni al corpo, se uso 10kgr di pomate cortisoniche per un dolorino al tendine, invece che fare un allenamento piu leggero o il giusto riposo, prima o poi si paga tutto con gli interessi.

Anche sbilanciare l'alimentazione è un grosso errore, le regole oramai apputare per mangiare bene e sano sono le stesse per atleti e non. Gli accorgimenti per gli atleti sono pochi, ed anche una semplice alimentazione sana (ovviamente con le quantità adeguate per chi macina km) è ottima.

mi piace la tua definizione di agonista, infatti non mi sento agonista, ed ora so che non lo sono :)

Anonimo ha detto...

Giuste considerazioni!
Io corro perché mi piace e perché mi tiene in forma.
Un po' di sano agonismo (magari contro se stessi) comunque non fa male, è stimolante, dà la carica, a volte è anche divertente. Come in tutto l'importante è l'equilibrio... sempre difficile da raggiungere.

Giacomo

fabiodelpia' ha detto...

sono d'accordo con te riguardo la dannosita' dell'agonismo easperato, pero'le "garette" domenicali...?
Io le trovo, se fatte con intelligenza,non c'e' bisogno di correre tutte le domeniche a tutta, un modo per correre insieme ad altri, magari gente diversa in luoghi diversi, giusto per cambiare un po' dal solito circuito di 12km che alla fine stanca..
Domenica, per esempio, faro' una gara ad Amatrice, ma non ci vado sicuramente per competere con Daniele Caimmi o Paul Tergat, ma piuttosto per i bei posti e la buona cucina.
CMQ dice R. Albanesi: "meglio correre 5km a 4'/km piuttosto che una maratona a 5'/km: PER RIMANERE GIOVANI OCCORRE CORRERE VELOCI."